Rimedi per la depressione del lunedì

Il lunedì è tempo di depressione post-weekend e di bilanci. La bilancia mi dice che ho preso 2 kg a forza di stravizi alcolico-alimentari e io progetto, con i pochi neuroni che mi sono rimasti dalla sveglia traumatica, una spesa salutista al mercato del lunedì. Indosso la palandrana di rito e gli occhiali oversize per coprire i rotoli e le occhiaie blu-navy e abbandono decisa il carrello arancione all’ingresso che mi implora di uscire con me: i kili ben distribuiti di frutta e verdura, incollati dalle mie braccia con un rivolo di sudore malcelato sulla fronte,  mi permetteranno forse di smaltire qualche etto maledetto.

L’immancabile Bangla sorridente tenta di rifilarmi qualche testa d’aglio, ammassata in un piccolo sacchetto di plastica, comunicandomi che la settimana prossima tornerà a casa sua per sempre. “L’aglio fa bene“, attacca poi, enumerandomi tutte le proprietà benefiche del fiore puzzolente, nonchè gli usi extra-culinari che di esso si possono fare. “Se lo spalmi su quella cosa brutta che hai sulla faccia, la mattina dopo sparisce!”, esclama ridendo, indicandomi il brufolo che mi è spuntato sul mento. Sebbene ci provi, però, non riesco  ad odiarlo, e penso che mi mancherà in fondo quel suo passo svelto e la vocetta naso- squillante che echeggia tra i banchi del mercato. Copro l’obbrobrio con la sciarpa, compro il miracoloso aglio e mi congedo dal bangla simpaticone, augurandogli ogni bene.

La depressione del lunedì cresce, acuita dal cielo grigio fumo, in tinta col mio colorito privo di make-up. Cerco conforto tra le bancarelle piene di vestiti, ma tristemente mi ricordo di aver deliberatamente portato solo i soldi strettamente necessari alla spesa, per evitare acquisti insensato di taglie XL che aumenterebbero solo la mia prostrazione.  Anche se per qualche secondo penso di investire quei 10 euro per una borsa niente male che mi tirerebbe decisamente su il morale, resisto stoicamente e proseguo il mio viaggio verso la depurazione.

Lui, il Verduraio, è giovane e svelto, le sue mani corrono veloci tra cicoria e pomodori, mentre urla con dialetto sicuro i prezzi stracciati di fine mattinata. Aiutato dalla fida lavorante romena, apostrofa tutte le clienti con il pittoresco appellativo di “Lella“, dispensando frutti della terra come non ci fosse un domani.

Quando la folla di massaie davanti a me si disperde, lui si gira a guardarmi e subito si dipinge sul suo viso un’aria seria e stupita.  “Ahò”, mi fa, dopo un lungo istante silenzioso, “Ma che hanno aperto le gabbie delle stelle?”. E mi regala un kilo di broccoli, per suggellare la sua sentita dichiarazione d’amore.

Questo post è dedicato a Lui, il mio verduraio di fiducia, e a tutti coloro che riescono a dissipare brufoli, occhiaie e kg in eccesso con l’arte oratoria.

 

 

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