Entro trafelata all’Eurospin per aggiudicarmi la mia razione di pane quotidiano. Dovrò pur pranzare, anche se mi aspettano 2000 calorie a cena. Mentre mi addentro in corridoi di pandori e carrelli stracolmi, un pensiero mi stringe lo stomaco che brontola:”Ti sei ricordata di fare regali a tutti? Anche al gatto di tua suocera che desiderava tanto l’ultimo modello di pallina rimbalzante?”.

A risvegliarmi da nefasti pensieri, proprio davanti al banco della frutta,  è la cover dance di quella canzone che mio fratello cantava alle elementari nell’ora di spagnolo: “Feliz Navidad, Feliz Navidad, prospero ano y felicidad”.  Accompagnata da questa infelice versione musicale, stonata da una sottospecie della Pausini, svolto nel corridoio dei prodotti in scatola, chiedendomi perchè Marilyn Manson non abbia ancora pensato di rivisitare Jingle Bells. È lì che ho la visione miracolosa: dritto davanti a me, in un completo color senape e con un dolcevita bianco, c’è un uomo che fissa i salumi sottovuoto, incerto se scegliere il prosciutto di Parma a 1.99 o 2 fette di tacchino a 0.99. Rallento. Mi ricorda qualcuno. Lo guardo meglio, lui si gira e i suoi occhi puntano i miei. È proprio lui: Babbo Natale in persona. Anche se è in borghese l’ho riconosciuto, con quei capelli laniccia, la barba bianca lunga, i baffoni con le punte rigirate e la sua inconfondibile panza a forma di panettone. I suoi occhi si fanno fessure minacciose, sa che l’ho sgamato, e con quello sguardo sembra dire: fatti i cazzi tuoi, guarda e passa.

Tranquillo Babbo, muta sono, non rivelerò a nessuno che anche tu non c’hai una lira e che sei venuto a fare la spesa all’Eurospin. Dunque, se stasera non ricevete regali, probabilmente lo troverete all’Eurospin, primo corridoio a destra, e picchiarlo generosamente.