Nella libreria di un centro commerciale alla periferia sud di Roma, mentre guardo agghiacciata i milioni di titoli spazzatura in bella mostra sugli scaffali, vengo circondata da due adolescenti con mamma al seguito dalla carnagione marrone, i capelli corvini e i denti sfatti. I tre cercano insistentemente un libro, mentre le copertine strillano messaggi accattivanti per farsi accattare, facendo a gara a chi lancia il messaggio più provocatore. Oltre a quelli consueti che inneggiano al best seller dell’anno, ce n’è uno in particolare che cattura l’attenzione della mamma, che fissa la scritta rossa sulla copertina nera con una sagoma sensuale di donna, ammiccando: “Vorrai subito portartelo a letto”. Il libro, s’intende. Mentre la madre è ipnotizzata dal suo personalissimo film mentale a luci rosse, la figlia cicciona e un po’ gobba dodicenne urla: “L’ho trovato!!!”, ed è allora che la madre si risveglia dal suo sogno proibito e si ritrova davanti al naso il libro intitolato “Per sempre Insieme”, di Jessica Sorensen, il caso editoriale dell’anno secondo nientepopodimeno che Vanity Fair. A quel punto interviene il fratellino minore quattrocchi, anche lui molto informato sull’autrice, e i due si mettono a disquisire sul sequel del romanzo, di cui ora purtroppo mi sfugge il nome. Sento che devo fare qualcosa per loro e, dopo un lungo peregrinare per la libreria trovo quello che fa al caso mio. Mi avvicino furtivamente alla famigliola e metto in mano alla mamma dai denti imputriditi “Le Sventure della Virtù” del Marchese De Sade, alla ragazza cicciona e gobba “Romeo e Giulietta” di Shakespeare e al bambino strabico “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde. I tre mi guardano come se avessero davanti a loro un alieno viscido e orribile, poi scrutano quei libri con diffidenza e un sottile senso di schifo, mentre si affrettano ad allontanarsi e a posare il prima possibile quei tre casi letterari di secoli dei secoli. In quel preciso istante passa il commesso palestrato, e comincia a mettere a posto, mettendo in mostra il bicipite anabolizzato, dei dvd a 4 euro e novantanove. Gliene strappo uno dalle mani con gli occhi che brillano di cupidigia, visto che questo film l’ho cercato per anni. Lui guarda il dvd e inorridisce, poi guarda me e sulla sua fronte compare a chiare lettere la parola: SFIGATA.