Gil occhioni blu di Kurt Cobain spalancati sul pubblico in sala mi riportano in un attimo al ginnasio, alla mia amica dark che si ubriacava con il vino rosso geneticamente modificato della fraschetta e vomitava sulla via del ritorno a casa, ai tempi in cui i ragazzi della 2 C dello scientifico facevano a gara a non lavarsi, mossi da un’ispirazione travisata di Smells Like Teen Spirits. Erano anni in cui i tatuaggi da sfoggiare con più orgoglio erano i lividi causati dalle testate del tuo vicino di pogata ai concerti, quando registravi le compilation rock sopra le cassette Branduardiane di tua madre, quando il tuo prof. dílátínoéggréco ti sfotteva dicendo che i Nirvana tra pochi anni nessuno se li ricorderà, mica sono i Pink Floyd! E ora, dopo tanti anni, eccolo lá, con i suoi occhioni blu più amati dalle ragazzine adolescenti e tormentate, con i suoi capelli unti che sono stati l’emblema di tutti i ragazzini dalle camicie a scacchi. Però, mi verrebbe da dirgli adesso come allora, Voi, cari bambini, non siete l’essere più fico del grunge, che si poteva permettere di salire sul palco con i pantaloni del pigiama e il maglione deminonna. Voi, cari sfigati, siete brutti.