Lista dei desideri (un sabato al wishlist)

Nel locale sanlorenzino di sabato sera io e Ginger Hair, la mia compagna d’avventure, cerchiamo di camaleontizzarci tra la folla ventenne. Per stordire la vista, offesa da esemplari maschili di dubbio gusto, Ingurgitiamo due vodka tonic a testa, cercando di risucchiare fino all’ultima misera goccia di alcol nascosta tra i cubetti di ghiaccio. Ma la vescica, si sa, non è più quella di una volta. Dopo appena un paio di canzoni, allora, ci dirigiamo con aria decisa in un cesso di toilette, rigorosamente in coppia, per onorare l’usanza tramandata da generazioni e generazioni di femmine-teenagers, che impone loro il divieto categorico di espellere i loro bisogni senza l’amica fidata di fronte.

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Audio

Fame di concerto

Morrissey ci sbatte in faccia il suo integralismo, invitandoci gentilmente a non introdurre nei locali del concerto panini contenenti animali. All’entrata mi perquisiscono la borsa e il buttafuori anabolizzato mi chiede, in perfetto romano, in cosa consista il mio pasto riposto con cura in involucri di   alluminio. Alla mia risposta sincera mi dice: ” O lo magni qua, o ooo butti”. Pur non avendo fame, allora, ingurgito il rustico al prosciutto fatto dalle mani amorevoli di mamma. Pensa che delitto sarebbe stato gettarlo nell’indifferenziato, un delitto peggiore del sacrificio di quel povero animale che, peró, non ho mai avuto il piacere di conoscere.

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