E fu così che arrivammo sottopalco. Come poche volte successe nelle decine di concerti visti.
Agognanti i leggendari sputazzi di Manuel Agnelli , io e le amiche groupies ci storpiamo le corde vocali per avvicinarci lontanamente alle note possenti del leader indiscusso, prossimo giudice di X-Factor. Neanche a mettersi d’accordo, ritrovo amici vecchi e nuovi, tutti felicemente lì, sottopalco a sinistra. Continua a leggere
concerto


Non ti vedrò mai più perchè ti ammazzerò
Lo sapevo che non gli dovevo rivolgere la parola, a questo principiante della Ryanair. Voglio solo finire quel genio di Bukowski in pace, per questo mi limito a centellinati sorrisi di circostanza. Ma quel rachitichello over 40 niente, continua a sperare di fare colpo raccontandomi di Londra.
Quando batte le mani al suono della tromba che esulta l’atterraggio in anticipo, lo sto quasi per insultare, ma mi trattengo perché in fondo mi fa pena. Strategicamente, allora, ma solo per farmi tirare giù la valigia sovrappeso, gli dico due sillabe a caso e quello attacca con fare orgoglioso che è stato un giorno e mezzo in vacanza, per la prima volta nella sua vita, a L’ Ondra. Pivello.
Ma il punto più alto lo raggiunge al controllo passaporti quando, col sopracciglio alzato e una presunta aria sexy, mi fa: “Comunque tu sei uguale a Laura Pausini, lo sai, sì?”. Faccio un respiro profondo, gli occhi a fessura e rispondo: “Ah. Quindi sono un cesso”. E me ne vado, senza neanche ucciderlo.

L’imperativo categorico del Refresh
Refresh. Refresh. Refresh. Questo l’imperativo categorico dalle 10 di questa mattina, aspettando l’apertura delle vendite per il concerto dei RADIOHEAD a Lione, alle 10.30 in punto. Il mio dito scatta allo scattare del minuto, e mi ritrovo alla 464 posizione in coda. Almeno sono dentro, penso. Aspetta, comanda il sito, non refreshare, aspetta. Ubbidisco. Ore 10.35, la mia posizione è intanto scesa al 350 posto. Continua a leggere

Fame di concerto
Morrissey ci sbatte in faccia il suo integralismo, invitandoci gentilmente a non introdurre nei locali del concerto panini contenenti animali. All’entrata mi perquisiscono la borsa e il buttafuori anabolizzato mi chiede, in perfetto romano, in cosa consista il mio pasto riposto con cura in involucri di alluminio. Alla mia risposta sincera mi dice: ” O lo magni qua, o ooo butti”. Pur non avendo fame, allora, ingurgito il rustico al prosciutto fatto dalle mani amorevoli di mamma. Pensa che delitto sarebbe stato gettarlo nell’indifferenziato, un delitto peggiore del sacrificio di quel povero animale che, peró, non ho mai avuto il piacere di conoscere.