Mi rifugio nella celebre libreria a Largo Argentina per sfuggire alla canicola romana che mi rincorre da ore, abbaiando furiosamente con una potenza a 34 gradi e trascinandomi addosso tutti gli odori nauseanti di turisti sudati e gas di scarico. Mi accoglie a braccia aperte una temperatura polonordiana, e tutti i miei peli delle braccia che non ho ancora trovato il tempo di estirpare si mettono sull’attenti. Sono circondata da hipster dalla folta barba che si abbassano gli occhiali per leggere meglio i titoli della sezione musicale, schifati da signore hipsteriche della RomaBene con il trucco perfetto che trascinano per un braccio figli viziati.
Entra dalle porte automatiche un tardo adolescente fresco di spiaggia, con una canotta bianca dagli scolli profondi, stretta quanto basta per sfoggiare davanti a tutto il mondo il suo sudato inverno trascorso in sala pesi. Con passi decisi, scanditi dalle sue infradito, si pianta davanti alla commessa che lo squadra con aria interrogativa. Lui sembra cercare le parole, disorientato da quel luogo sconosciuto e ostile e dal molto sole senza protezione che lo ha reso simile ad una braciola bruciata.
“Prego, dica”, lo esorta spazientita la biondina.
Allora lo stallone proferisce verbo: “Ehhh…Me servono quei libretti piccoli, che me posso mette in tasca, non so se me capisci…”
“Intende i bignami?”, risponde lei senza scomporsi, “Di quale materia le servono?”
“Storia.” fa lui sicuro, quasi orgoglioso di sapere la risposta.
“Sì, ma di quale periodo storico?”
L’homo non-sapiens impallidisce: “Boh… Secondo te? Devo fà la maturità. “
La ragazza allora, schifata, allunga una mano senza guardare e gli porge il manualetto appropriato, che lui guarda sospettoso, girandolo e rigirandolo tra le mani con aria interrogativa. “No, no, questo nun va bene. Voglio quello co la stessa foto sulla copertina del libro che c’ha l’amica mia.”
La commessa sospira e lo guarda con aria di commiserazione: “Vedrà che questo andrà bene. Il contenuto è lo stesso”.
“Oh, me fido eh? Poi se me bocciano te vengo a cercà!”, e la risata che segue mi ricorda esattamente il raglio di un somaro. Ma la commessa, povera spettatrice quotidiana di miserie umane, non ride, e taglia corto: “Serve altro?”
“Fai na cosa, vah. Damme pure tutti i libri coi temi de attualità che c’hai. Piccoli eh? Così me li posso mette in tasca”.